Riviera ligure. Noli. Passeggiata.
La giornata è soleggiata e calda. La voglia di un gelato sale.
Sono un appassionato di un simil-ghiacciolo al limone con stecco alla liquirizia ( per completezza di informazione si chiama Liuk), decido così di comprarmene, come al solito, uno.
Quattro bar ( tra le baracchette, così le chiamiamo, sulla passeggiata ed i bar dei bagni), quattro prezzi diversi: 1.50€, 1.60€, 1.80€, 2€. Non faccio nomi, basta una camminata per verificare.
Per essere che il valore aggiunto offerto dal locale è pari a zero (prendi il gelato dal frigo, me lo dai, incassi ed io lo mangerò altrove), nulla da dire, una bella differenza. Tra il meno ed il più caro un bel +33%. Troppo, vergognosamente troppo.
Considerazioni.
1) quale sarà il mio pensiero sul gestore più caro? Solo uno, che facilmente potete immaginare
2) dato il pensiero, mai comprerò altro da costui? Ne valeva dunque la pena?
3) ma questi signori una analisi di mercato non la fanno? Non investono 100 metri per investigare? O credono che il turista, in quanto tale, sia un gonzo?
4) il Produttore non potrebbe imporre un prezzo fisso, un poco ne va anche della sua reputazione…se mi fossi fermato al locale da 2€ avrei pensato che quel gelato fosse un poco troppo costoso.
Morale.
‘Sfruttare’ il turista è una politica che paga? Mah….
Quando lavorate tramite canale, occhio a non perderne il controllo. La faccia, il marchio, è la vostra.